Gio 18 Apr 2024

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Omicidio a Sinalunga: ”giustiziato” con colpo di pistola, oggi l’autopsia

Un colpo di pistola al collo, sparato a bruciapelo. Come se fosse un’esecuzione. Ma non è ancora chiaro il movente dell’omicidio avvenuto la notte scorsa nel Senese, a Sinalunga, dove un sardo di 45 anni, Giulio Sale, abitante a Foiano della Chiana (Arezzo), ha ucciso un giovane albanese di 22 anni. Tra i due, a quanto risulta, rapporti di lavoro ma anche di amicizia: di questi ha riferito ai carabinieri un amico della vittima.

“Le pecore sono tornate” sono le ultime parole che sarebbero state pronunciate dal 22enne prima di spirare davanti all’abitazione dell’amico che lo ospitava e dove tentava di rientrare ormai allo stremo delle forze. Il giovane abitava a Rapolano Terme (Siena) e mercoledì mattina era andato a Sinalunga dove si è trattenuto tutta la giornata. Con la breve frase detta prima di morire avrebbe voluto dare un’indicazione sull’identità del suo omicida, che poi i carabinieri hanno catturato qualche ora dopo, a circa un chilometro di distanza.

L’uomo è stato scoperto e arrestato in un bosco dove cercava di nascondersi, in località Pietraia. Nella fuga si è fratturato una gamba a causa di una caduta in un burrone. I carabinieri hanno trovato nella zona la pistola con cui aveva sparato. Sull’arma ci sono accertamenti in corso. Ora il 45enne è agli arresti in ospedale, dove è piantonato. Oggi è prevista l’udienza di convalida del gip. E sempre per oggi il pm di Siena Nicola Marini, titolare delle indagini, ha disposto l’autopsia. Forse dall’interrogatorio col giudice potrebbero arrivare chiarimenti sull’omicidio di cui, al momento, resta sconosciuto il movente. Gli inquirenti propendono per un regolamento di conti legato a motivi economici ma servono altri elementi definire il contesto in cui è maturato l’agguato.

Mercoledì sera il pastore ha convinto, con un pretesto, la vittima ad uscire dall’abitazione dell’amico. Una trappola per ucciderlo. Lo sparo ha raggiunto la vittima al collo. Gli inquirenti non escludono che ci sia stata una colluttazione tra i due. Inoltre, l’amico del 22enne, interrogato a lungo dai carabinieri, avrebbe raccontato che sei mesi fa il sardo avrebbe accoltellato la vittima; su questo fatto però non risultano né denunce, né referti medici del pronto soccorso. Tra le ipotesi, gli inquirenti non escludono che l’obiettivo dell’omicida possa essere stato l’amico della vittima. L’abitazione di Sinalunga, dove vive in affitto, è stata posta sotto sequestro. I carabinieri hanno anche perquisito la casa del pastore a Foiano della Chiana in cerca di elementi utili in una vicenda che, comunque sia, al momento resta piena di lacune.

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