Gio 18 Apr 2024

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Mov. Salviamo le Apuane: “fermate l’escavazione nel Pizzo D’Uccello”

Appena superate le 6400 firme per la petizione online che chiede al Parco delle Alpi Apuane, alla Regione Toscana, al Comune di Fivizzano e al Comune di Casola in Lunigiana di non rinnovare le concessioni per le Cave del Pizzo D’ Uccello, montagna simbolo delle Alpi Apuane.

“Per questa zona – chiosa Eros Tetti fondatore del movimento Salviamo le Apuane – chiediamo che non vengano rinnovate le concessioni per l’escavazione così come è espresso anche nel PIT regionale con valenza di Piano Paesaggistico che prevede che non siano ammesse ulteriori autorizzazioni per la parete nord del Pizzo D’ Uccello. Inoltre questa area potrebbe divenire un primo grande laboratorio per poter lavorare alla riconversione economica di questo territorio creando un’esperienza che ci porti oltre la monocultura del marmo.”

“Le Alpi Apuane sono un bene che appartiene a tutta l’umanità. Sono un serbatoio enorme di patrimonio paesaggistico, di endemismi vegetali, di fauna, di cultura e storia millenaria. Esse devono essere salvate. Gli uomini hanno invece deciso, scrivendo delle leggi apposite, che nelle Apuane possano essere aperte, gestite, accresciute moltissime cave di marmo”.

“Un tempo l’escavazione era legata in gran parte alle necessità dell’arte che ha prodotto straordinarie opere del genio umano, dal David alla Pietà di Michelangelo. Negli ultimi 150 anni l’escavazione è fatta per produrre materiali per l’edilizia generica e polverizzato per farne carbonato di calcio per l’industria chimica”.

“Noi riteniamo che il marmo -una materia di straordinario valore, da difendere e proteggere non essendo rinnovabile- possa essere utilizzato, con grande parsimonia, solo per l’Arte. Perciò chiediamo che i governi decidano di interrompere l’escavazione del marmo, a partire dalla chiusura delle cave nel Parco delle Alpi Apuane, Geoparco della Rete Unesco, cambiando le leggi e assumendo l’obbiettivo del “Marmo solo per l’Arte”.

“Parallelamente, chiediamo che si apra una grande discussione/azione per creare uno sviluppo economico alternativo che permetta di occupare in attività di economia sostenibile (agricoltura, pastorizia, turismo, commercio, artigianato, servizi, innovazione) i cavatori delle cave che andranno a chiusura, sostituendo di fatto un sistema malato con uno sano basato sull’economia circolare”.

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