Sab 20 Apr 2024

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Case Passerini, GIP sequestra impianto biogas “combustione non a norma”

Per impedire l’emissione in atmosfera di gas ‘climalteranti’ e di ‘microinquinanti’ solo parzialmente combusti, il gip Alessandro Moneti ha sottoposto a sequestro preventivo l’impianto a biogas della discarica di Case Passerini, alla periferia di Firenze.

Per il gip fino a marzo 2017 c’è stata una ricaduta di 40.000 metri cubi di “rifiuto speciale non pericoloso costituito da biogas con microinquinanti” nelle aree urbanizzate presso l’impianto. Tra le cause, le temperature della termocombustione del biogas comprese tra 571 e 675 gradi centigradi, cioè più basse del minimo di 850 gradi previsto dalle norme e pertanto tali da rilasciare emissioni inquinanti.
L’inchiesta in cui sono maturati il sequestro a Case Passerini vede indagati, a vario titolo, Livio Giannotti, ad di Alia (ex Quadrifoglio); il direttore operativo Sandro Gensini, il responsabile gestione impianti Franco Cristo; quello della gestione impianti Paolo Daddi, il responsabile della gestione impianti tecnologici Claudio Cecchi fino al 24 maggio 2017, il responsabile del settore Gsr pro tempore Alessandro Grigioni, il responsabile di Case Passerini Antonio Menelau, il responsabile tecnico dell’Ati Torricelli-Certaldo Energia, Marino Poggi. A vario titolo sono indagati di reati ambientali, fra cui il traffico di rifiuti, e di getto pericoloso di cose. Nel suo decreto il gip Moneti evidenzia che per un certo periodo le torce di combustione “non sono entrate in funzione disperdendo in atmosfera 40.000 metri cubi” di biogas “‘tal quale’ cioè senza essere sottoposto ad eventuali operazioni di trattamento (termodistruzione) per la protezione dell’ambiente”.
Il gip mette anche in evidenza criticità anche riguardo al possesso di tutte le autorizzazioni “per la gestione del rifiuto biogas” a Case Passerini e riporta che un documento sequestrato nelle indagini attesta che “la temperatura di combustione più elevata garantisce emissioni inquinati più contenute”. Il giudice Moneti impone anche una serie di prescrizioni ad Alia che deve attuare durante il sequestro, tra cui la riattivazione dei cogeneratori per la produzione di energia elettrica mediante l’implementazione del metano da convogliare verso di essi insieme al biogas.
A dicembre 2017, nella stessa inchiesta che è coordinata dal pm Leopoldo De Gregorio, il gip aveva sequestrato l’impianto compost per il trattamento meccanico biologico (Tmb) di Case Passerini. Invece, i quattro laghi sequestrati nel Mugello, a S.Piero a Sieve e Scarperia (Firenze), sono nei pressi della ex discarica di Bosco ai Ronchi che Alia (ex Quadrifoglio) doveva bonificare. Il gip invece parla di “omessa bonifica” e rileva la mancata impermeabilizzazione dell’area tanto che “il danno ambientale è evidente – riporta un altro decreto di sequestro dello stesso gip – perché il percolato finendo nei laghi penetra poi nel terreno sottostante e lo inquina”. Nel solo 2016 la polizia giudiziaria stima uno scarico di percolato nei laghi di 8.204 metri cubi.

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